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Pro Rabirio perduellonis reo 

 

 

Anno 63 

 

Quarta orazione consolare. Difesa di C. Rabirio accusato di alto tradimento: Att. II, 1, 3; leg. III, 36; Pis. 4; D.CASS. XXXVII, 27, 1. 28, 4; SUET. Iul. 12; CHARIS. 273, 23-29 B.

 

Edizioni: MAREK (T); CLARK (OCT); BOULANGER (BL); GUARDÌ (CSC); BELLARDI (UT) 2; GROSE HODGE (L).

 

Cf. LANGE 1876, 3, 241-242; MOMMSEN 1899, 588 n. 1; CUCHEVAL 1902, 1, 233-243; GRANRUD 1913, n° 121; PETERSSON 236-237; MEYER 1922, 113; 549-563; HOLMES 1923, 1, 249-252; DE BENEDETTI 1929, 347-348; DG 5, 461; STEIN 1930, 10; CIACERI 1, 218-237; BÜCHNER 1964, 177-181; BAUMANN 1969, 5-7; GELZER 1969, 76-79 e n. 77 (=RE 870-872); MITCHELL 1971, 51-54; STOCKTON 91-97; KUMANIECKI 1972, 192-197; LINTOTT 1972, 261-262; MAC DERMOTT 1972a, 284; GRUEN 1974, 277-279; PHILLIPS 1974, 87; 98; BLAKE-TYRRELL 1978, 51-53; LOUTSCH 1982; GRIMAL 1984; MITCHELL 1, 205-206; ALEXANDER 1990, nn° 220-221; CARCOPINO 1990, 153-154; HABICHT 44; LIOU-GILLE 1994; FUHRMANN 97; DRUMMOND 1999, 130-134; MARINONE a. 63 B6.

 

 

La perduellio  

 

-Il senatore C. Rabirio è accusato, per istigazione di Cesare, dell’uccisione del tribuno Saturnino, avvenuta nel 100: T. Labieno propone una legge che dia al praetor urbanus, e non al popolo, l’incarico di nominare dei duumviri per crocifiggere il reo di perduellio, secondo una procedura non più utilizzata dall’epoca regia che non prevede possibilità di difesa da parte dell’accusato di fronte ai duumviri e come pena la morte per crocifissione. Duumviri sono scelti Cesare e suo cugino L. Giulio Cesare.

 

 

Si discute 

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se siano stati celebrati due processi (perduellio e causa civile); oppure solo quello per perduellio, ma secondo due diverse procedure 

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la natura della perduellio  

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l’ordine in cui i procedimenti si sono succeduti 

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se l’esito della vicenda è l’assoluzione dell’accusato o l’interruzione dei processi. 

 

-LANGE 1876, 3, 241-242; MOMMSEN 1892, 588 n. 1; HOLMES 1923, 1, 251; GELZER 1969, 76-79 e n. 77; GRUEN 1974, 279; PHILLIPS 1974, 90-91; ALEXANDER 1990, n° 221 n. 1; MARINONE a. 63 B6 n. 8: Grazie all’intervento di Cicerone come console la provocatio ha effetto e la condanna di Rabirio nel primo processo per perduellio è annullata. In sostituzione si svolge nel foro davanti ai comizi tributi un processo civile («Multproceß»), con l’accusa affidata a T. Labieno; anche questo processo (nel quale Cicerone tiene l’orazione conservata) termina con un nulla di fatto grazie allo stratagemma del pretore Metello Celere, che, come racconta D.CASS. XXXVII, 28, abbassa la bandiera rossa sul Gianicolo che indicava, dall’epoca in cui il potere di Roma si estendeva poco più della città stessa, la presenza di una guardia armata sul colle e quindi la possibilità di tenere i comizi.

La tesi è combattuta da MEYER 1922, 553-556.

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GELZER 1969, 76-79 e n. 77: Lo stratagemma di Metello Celere è relativo al primo procedimento; il secondo termina con l’assoluzione

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PHILLIPS 1974, 90-91: Il secondo processo prevede quattro udienze e Cicerone tiene l’orazione nella quarta ed ultima.

 

-MEYER 1922, 549-563; BOULANGER (BL), 120-130; CIACERI 1, 218-237; CARCOPINO 1990, 153-157; LINTOTT 1972, 261-262; MITCHELL 1, 205-206; LIOU-GILLE 1994: Grazie all’intervento di Cicerone come console, la provocatio ha effetto e la condanna di Rabirio nel primo processo per perduellio è annullata. Cicerone riesce a convincere T. Labieno a limitarsi alla procedura regolare di perduellio davanti al popolo, che prevede come pena solo più una multa o l’esilio, con in più le consuete garanzie per l’accusato. Il processo, con Cicerone alla difesa, si tiene nel campo di Marte davanti ai comizi centuriati e termina forse senza decisione, per lo stratagemma di Metello Celere; T. Labieno avrebbe potuto rinnovare il processo, ma preferisce non farlo: Rab. 5-8; 10-17; 28; 36-37; D.CASS. XXXIII, 37, 2.

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LINTOTT 1972, 261-262: È improbabile che il secondo processo sia un «Multproceß» a sé, dato anche il titolo tràdito dell’orazione di Cicerone

 

-BAUMANN 1969, 5-7: Il processo civile precede quello per perduellio: Cicerone parla dopo la condanna per perduellio, in una anquisitio necessaria per ottenere la provocatio

 

 

Datazioni 

 

-Att. II, 1, 3: Quarto discorso consolare, elencato da Cicerone dopo la De Roscio Othone e prima della De proscriptorum filiis

 

-LANGE 1876, 3, 241-242: Il «Multproceß» ha luogo dopo il discorso De Roscio Othone.

-DE BENEDETTI 1929, 347-348; PHILLIPS 1974, 87: Probabilmente prima metà dell’anno 63.

-GELZER 1969, 76: Primi mesi dell’anno 63.

-STEIN 1930, 10: Senza datazione precisa.

-GRUEN 1974, 279: Prima della congiura di Catilina.

-BLAKE-TYRRELL 1978, 51-53: Il discorso è tenuto dopo la Cum provinciam deposuit e prima delle elezioni consolari, quindi a giugno/luglio.

-GRIMAL 1984: Maggio o giugno.

-ALEXANDER 1990, nn° 220-221: Iudicium populi nella prima metà dell’anno  63; «pecuniary case» in seguito, ancora nell’anno 63.

-CARCOPINO 1990, 153-154: In primavera, prima della data prevista per le elezioni consolari.

-DRUMMOND 1999, 131; 133: Dopo la De Roscio Othone e prima della De proscriptorum filiis (inizio estate - inizio autunno?). 

 

Pubblicazione 

 

 

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