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Serrani laudatio*  

 

 

23 novembre 54 

 

Discorso funebre (laudatio), di cui resta una sola testimonianza, scritto da Cicerone e pronunciato dal padre del defunto Serrano ai funerali: Q.f. III, 6 (8), 5.

 

Edizioni: SCHOELL (T) E-G; PUCCIONI (CSC) G; BELLARDI (UT) 3, 1119.

 

Cf. GRANRUD 1913, n° 133; DG 6, 71; GELZER 1969, 205 (= RE 966); BARDON 1952, 202, 3 C1; SB Q.f. 222; BROZEK 1982a, 103-104; MARINONE a. 54 B12.

 

 

-Q.f. III, 6 (8), 5: Serrani Domestici filii funus perluctuosum fuit a. d. VIII Kal. Dec. [23 novembre] Laudavit pater scripto meo.

 

-SB Q.f. 222; T: Si propone una nuova lettura del nome (corrotto nei mss.: Serranido mestitii) che, unita ad una diversa interpunzione, fa sì che il personaggio a cui la laudatio di Cicerone è indirizzata non sia più il figlio di Serrano Domestico, ma Atilio Serrano, figlio di L. Domizio Enobarbo ed adottato da un Atilio Serrano: Serrani, Domitii filii, funus e. q. s. .

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BROZEK 1982a, 103-104: Per l’ipotesi che il defunto Serrano appartenga alla gens degli Atilii Serrani, di cui fa parte anche la prima moglie di Catone, Atilia [n° 79], si ritiene che la laudatio di Cicerone abbia anche una funzione politica, contro la fazione cesariana.

 

 

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