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Herakleideion 

 

 

Progettato maggio - novembre 44 

 

Dialogo alla maniera di Eraclide Pontico, più volte progettato dopo la morte di Cesare, ma mai scritto: Att. XV, 4, 3. 13, 3. 27, 2; XVI, 2, 6. 11, 3.

 

Cf. SH 1, 534; HÄFNER 1928, 57-61; DG 6, 312-313; BARDON 1952, 202, 4, 1; BÜCHNER 1964, 521 (= RE 1269); GELZER 1969, 334-335; BRINGMANN 1971, 197-198; CASTELLI 1972, 5-6; FEDELI 1973, 409-413; GARBARINO (CSC), 19 n. 41; STEINMETZ 1990, 143; MITCHELL 2, 303 n. 32; MARINONE a. 44 B10.

 

 

-DG 6, 313 n.1; GELZER 1969, 335: Argomento dell’opera è l’assassinio di Cesare, riferendo allo hJrakle°deion l’accenno di fam. XII, 16, 4 del 25 maggio.

-MITCHELL 2, 303 n. 32: L’opera consisterebbe in una discussione dell’assassinio di Cesare nella forma di un dialogo eraclideo

 

hJrakle°deion e Cato Maior   

 

 

Testimonianze 

 

-Att. XV, 4, 3: Il 24 maggio Cicerone dall’Arpinas informa Attico che preferisce differire per il momento la composizione dell’opera, perché ancora troppo vivo è il ricordo di Cesare e del comportamento di Cicerone nei suoi confronti: scribendi expectandum tempus maturius.

-Att. XV, 27, 2: Il 3 luglio Cicerone, sempre dall’Arpinas, ripete ad Attico le proprie intenzioni: excudam aliquid hJrakle°deion  quod lateat in thesauris tuis.

-Att. XVI, 2, 6: L11 luglio Cicerone, in partenza dal Puteolanum per il progettato viaggio in Grecia, conta di por mano all’opera una volta arrivato a Brindisi.

-Att. XV, 13, 3: Il 25 ottobre Cicerone, tornato al Puteolanum, promette ancora una volta ad Attico che si sarebbe occupato dello hJrakle°deion.

-Att. XVI, 11, 3: Peplograf°an Varronis tibi probari non moleste fero; a quo adhuc hJrakle°deion illud non abstuli, ultima oscura menzione dell’opera, ancora dal Puteolanum.

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Non sono chiari i rapporti con un hJrakle°deion scritto da M. Terenzio Varrone: De hJrakleide°û  Varronis negotia salsa (Att. XVI, 12).  

 

Cf. SB Att. IV, 303. 

 

 

Datazioni 

 

-HÄFNER 1928, 58-61: Cicerone ha l’intenzione di scrivere l’opera non molto dopo la morte di Cesare; decide di iniziare il 3 luglio, poi interrompe il lavoro per il progettato viaggio in Grecia e lo riprende a ottobre/novembre. Ma l’11 novembre (Att. XVI, 13a (b), 2) Cicerone all’Arpinas abbandona lo hJrakle°deion con l’intenzione di occuparsi di storia romana antica, seguendo i suggerimenti di Attico (così anche BÜCHNER RE, 1269): 

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Att. XVI, 13a (b), 2: Ardeo studio historiae (incredibiliter enim me commovet tua cohortatio), quae quidem nec institui nec effici potest sine tua ope. Coram igitur hoc quidem conferemus. In praesentia mihi velim scribas quibus consulibus C. Fannius M. f. tribunus pl. fuerit. Videor mihi audisse P. Africano L. Mummio censoribus. Id igitur quaero

-DG 6, 313 n. 2: Att. XVI, 13a (b), 2 sarebbe invece da riferirsi proprio allo `Jrakle°deion: Cicerone scrive ad Attico che trova troppo difficile finire l’opera senza il suo aiuto 

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[ma l’argomento delle richieste di Cicerone ad Attico in questa lettera sembra troppo lontano dal tema dello hJrakle°deion]. 

-BRINGMANN 1971, 197-198: Opera progettata, ma non eseguita, dal 3 maggio (sulla base di Att. XIV, 17, 6, che però si riferisce agli HAn™kdota) al 25 ottobre

-FEDELI 1973, 413: Dall’esame delle testimonianze si evince che Cicerone non ha «mai avuto un’intenzione seria di attendere ad un’opera simile», intrapresa solo per le insistenze di Attico.

-STEINMETZ 1990, 143: Cicerone lavora allo hJrakle°deion da maggio.

 

Me ad sunt€xeiv dedi (Att. XV, 14, 4 )  

 

 

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