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De gloria 

 

 

Luglio 44 

 

Opera filosofica in uno e successivamente due libri, di cui restano frammenti: Att. XV, 27, 2; XVI, 2, 6. 3, 1. 6, 4; off. II, 31.

 

Edizioni: PLASBERG (T); GARBARINO (CSC) A 1.

 

Cf. REID 1885, 31; TP 5, 356-357. 386; FALCONER 1923, 314; SH 1, 525; HÄFNER 1928, 59-60; DG 6, 307; TP 6, 29; CIACERI 2, 331; BARDON 1952, 201, 1, 3; PITZALIS 1957, 105-106; BÜCHNER 1964, 424-425; 429-430; SB Att. 6, 270. 273. 289; GELZER 1969, 338; BRINGMANN 1971, 198; GIOMINI 1971, 6 n. 1; STOCKTON 280; KUMANIECKI 1972, 510; BRINGMANN 1971, 198-199; STEINMETZ 1990, 143; MITCHELL 2, 300 n. 27; FUHRMANN 244; MARINONE 1996 a. 44 B5.

 

 

Testimonianze 

 

-Att. XV, 27, 2 (librum tibi celeriter mittam de gloria); XVI, 2, 6 (de gloria misi tibi ). 3, 1: Dal 3 al 17 luglio l’opera viene inviata ad Attico, non per la pubblicazione, ma per una lettura riservata tra amici fidati, poiché Cicerone teme ritorsioni per le critiche riservate nell’opera a Cesare

 

Cf. GARBARINO (CSC), 9.

 

Idem sÀntagma misi ad te (Att. XVI, 3, 1) 

 

 

-Att. XVI, 6, 4: Il 25 luglio da Velia Cicerone, confermando di aver inviato l’opera ad Attico (De gloria librum ad te misi), lo informa di essersi accorto solo in viaggio di avervi apposto lo stesso proemio del terzo degli Academici, tratto dal Volumen prohoemiorum: itaque statim novum prohoemium exaravi et tibi misi. Tu illud desecabis, hoc adglutinabis

 

 

-Autunno/inverno 44: Off. II, 31 cita il De gloria, ma come pubblicato in due libri. 

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GARBARINO (CSC), 9: Cicerone compone l’opera in un libro solo, come risulta da tutte le testimonianze delle epistole, ma successivamente, forse a causa delle correzioni apportate, divide il materiale in due libri per la pubblicazione. 

 

 

-Alle testimonianze sopra citate si possono aggiungere anche Att. XV, 14, 4. 21, 2. 

 

-Att. XV, 21, 2 [21 giugno]: Quod scribo, cum absolvero

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PLASBERG (T), 87; SB Att. 6, 270: De gloria  

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TP 5, 351: De amicitia (dubitativamente). 

 

 

Datazioni 

 

-Sulla base di Att. XV, 27, 2; XVI, 2, 6. 3, 1 l’opera viene inviata ad Attico

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MITCHELL 2, 300 n. 27: Ad inizio luglio

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DG 6, 307 n. 9; GELZER 1969, 338: Fra 3 e 11 luglio

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KUMANIECKI 1972, 510; GARBARINO (CSC), 9: 11 luglio, desumendo solo da Att. XVI, 2, 6 

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HÄFNER 1928, 59-60; STEINMETZ 1990, 143; FUHRMANN 244: 17 luglio, prima di partire dal Pompeianum, desumendo solo da Att. XVI, 3, 1

 

-FALCONER 1923, 314: Opera composta a maggio/giugno

-HÄFNER 1928, 59-60: opera iniziata il 3 luglio e finita il 17

-DG 6, 307; GELZER 1969, 338: Opera finita prima del 3 luglio.

-PITZALIS 1957, 105-106: Opera composta nella prima metà di luglio.

-GIOMINI 1971, 6 n. 1: Opera composta a giugno, prima del De amicitia

-STOCKTON 280: Dopo il 15 marzo

-KUMANIECKI 1972, 510: Opera completata l’11 luglio

-GRIMAL 1984: 26 giugno - 3 luglio

-BRINGMANN 1971, 198; STEINMETZ 1990, 143: 27 giugno: inizio del lavoro; 11 luglio: prima redazione finita. 

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BRINGMANN 1971, 198: Seconda redazione 17 luglio 

 

 

Me ad sunt€xeiv dedi (Att. XV, 14, 4 ) 

 

Idem sÀntagma misi ad te (Att. XVI, 3, 1) 

 

De gloria e Philippica II 

 

 

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