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Pro Cluentio 

 

 

Anno 66 

 

Difesa di A. Cluenzio Abito in un processo per veneficio: QUINT. II, 17, 21.

 

Edizioni: FRÜCHTEL (T); CLARK (OCT); RIZZO (CSC); BOYANCÉ (BL); BELLARDI (UT) 2; GROSE HODGE (L).

 

Cf. LANGE 1876, 3, 222; CUCHEVAL 1902, 1, 192-210; HEINZE 1909, 126; GRANRUD 1913, n° 55; PETERSSON 118-119; SH 1, 417; DG 5, 383-388. 397 n. 19; CIACERI 1, 132-138; BÜCHNER 1964, 115; 162-163; NISBET 1965, 58; GELZER 1969, 30; 58-59; RAWSON 1971, 29; STOCKTON 16; 61; KUMANIECKI 1972, 158-162; GRUEN 1974, 276 n. 59; STROH 1975, 194; MITCHELL 1, 103; ALEXANDER 1990, n° 198; FUHRMANN 76; GIUFFRÉ 1994, 359-364; RIGGSBY 1999, 174; ALEXANDER 2002, 173-188; MARINONE a. 66 B3.

 

 

-A. Cluenzio Abito è accusato da Stazio Albio Oppianico per la lex Cornelia de sicariis et veneficis di aver avvelenato suo padre, Stazio Albio Oppianico, morto in esilio. L’esito del processo è incerto; probabilmente Cluenzio è assolto.

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GIUFFRÉ 1994, 359-364: È probabile che Cicerone abbia difeso Cluenzio anche dall’accusa di corruzione, presentata in aggiunta all’imputazione principale.

 

-Il processo si tiene otto anni dopo l’orazione in difesa di Scamandro: Clu. 7; 82; 164.

 

 

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