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De eis qui ob iudicandum accepissent* 

 

 

Fine anno 61 (prima del 1° dicembre)  

 

Discorso in senato, di cui resta una sola testimonianza: Att. I, 17, 8. 18, 3.

 

Edizioni: CRAWFORD 1984, n° 31.

 

Cf. GRANRUD 1913, n° 44; DG 5, 589-590; DE BENEDETTI 1929, 551; STEIN 1930, 22; CIACERI 2, 27; MEIER 1966, 85; 276; STOCKTON 164-167; MITCHELL 2, 88-89; DE LIBERO 1992, 16-17; MARINONE a. 61 B7.

 

 

-Cicerone prende inutilmente posizione contro la proposta (rogatio), sostenuta in senato poco tempo prima per impulso di Catone ed in assenza di Cicerone stesso, di una legge per eliminare l’immunità dei cavalieri presenti nelle corti giudiziarie; Cicerone è insoddisfatto del comportamento del senato ed intende eliminare i contrasti con i cavalieri: Att. I, 17, 8-9. 18, 3. 7. 19, 6; II, 1, 8; off. III, 88; SCHOL. BOB. 157 ST.

 

-Att. I, 17, 8: Cum ego casu non adfuissem sensissemque id equestrem ordinem ferre moleste neque aperte dicere, obiurgavi senatum, ut mihi visus sum, summa cum auctoritate et in causa non verecunda admodum gravis et copiosus fui

 

-CRAWFORD 1984, 112: Cicerone non pubblica il discorso. 

 

 

-STEIN 1930, 22: novembre. 

-DE BENEDETTI 1929, 551: 1°/2 dicembre. 

-DE LIBERO 1992, 16: fine anno. 

 

 

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