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I tre processi a Gabinio nell’anno 54  

 

 

-A. Gabinio, governatore della Siria dal 57, torna a Roma il 18 ottobre, entrando nel pomerium il 27 ottobre e presentandosi in senato dopo altri dieci giorni (Q.f. III, 1, 24. 2, 2). Viene accusato prima di lesa maestà (lex Cornelia de maiestate, Pis. 50) per aver condotto il suo esercito fuori dalla sua provincia allo scopo di reintegrare Tolomeo Aulete sul trono d’Egitto. In questo processo (settembre/ottobre) l’accusa è sostenuta da L. Cornelio Lentulo, di fronte al pretore Alfio Flavo ed a 70 giurati. Lentulo riesce a prevalere su Ti. Claudio Nerone e su C. Memmio, ma non abbiamo notizie di una divinatio (Q.f. III, 1, 15). Cicerone, indeciso se condurre di persona l’accusa contro un antico avversario o difenderlo per compiacere Pompeo, si limita a testimoniare contro senza eccedere (In Gabinium testimonium*). Una seduta è tenuta il 23 settembre, ma la sentenza è emessa il 23 ottobre: Gabinio è assolto. Ancor prima della celebrazione di questo processo de maiestate, egli con tre istanze separate è accusato anche di concussione (lex Iulia repetundarum: Pis. 49; Rab. Post. 21; 30; 34-35; 38), per aver ricevuto un’ingente somma da Tolomeo. A causa di una malattia del pretore, Catone, la divinatio tra gli accusatori (Ti. Claudio Nerone, C. e L. Antonio, C. Memmio) avviene solo il 12 ottobre (Q.f. III, 2, 1) e C. Memmio viene designato. Questa volta Cicerone non può rifiutare le pressanti richieste di Pompeo (Rab. Post. 19; 33) ed assume la difesa di A. Gabinio, che però viene condannato alla restituzione della somma e, risultando insolvente, all’esilio. In questo modo il terzo processo, per broglio elettorale, istruito già a ottobre investendo con una divinatio P. Cornelio Silla dell’accusa, viene lasciato cadere.

 

Cf. VON DER MÜHLL 1910a, 429-430; DG 6, 56-60; GELZER 1969, 200-204; FANTHAM 1973, 425-443; LINTOTT 1974, 67-68; GRUEN 1974, 322-328; CRAWFORD 1984, 189-192; KLODT 1992, 30-39; MITCHELL 2, 187-188.

 

 

-FANTHAM 1975, 426; 434: Sulla base di VAL. MAX. VIII, 1, 3, si ipotizza un quarto procedimento contro Gabinio, un iudicium publicum intentato da C. Memmio non per portarlo a termine, ma solo per istigare il popolo e favorire così la propria posizione nel regolare processo de maiestate.

-CRAWFORD 1984, 190-191: Cicerone non pubblica né la sua testimonianza [sic!] né l’orazione di difesa, per ovvi motivi di convenienza (a ragione confutata da KLODT 1992, 34 n. 60).

 

In Gabinium testimonium* e Pro Gabinio  

 

 

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