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Cicerone teme di essere incriminato 

 

 

Dopo 10 dicembre 63: Cicerone teme di essere incriminato dal neoeletto tribuno della plebe Q. Cecilio Metello Nepote, che il 10 dicembre, appena entrato in carica, ha dichiarato la condanna dei congiurati un’uccisione di cittadini romani, e cerca protezione: fa venire da Capua il questore P. Sestio con l’esercito e si rivolge a Metello Celere, fratello del tribuno, allora proconsole in Gallia Cisalpina, alla moglie di lui Clodia ed a Mucia Terza, cugina dei Metelli e terza moglie di Pompeo: fam. V, 6, 2; Mur. 81; Sest. 11. 

 

Cf. LANGE 1876, 3, 256; MOMMSEN 1854, 202; STERNKOPF 1889, 10; HARDY 1917, 218-228; HOLMES 1922, 1, 282-283; MÜNZER 1923, 1886; DG 5, 563-565; DE BENEDETTI 1929, 539-540; DOREY 1958, 180; GELZER 1969, 102-103; STOCKTON 135-136; KUMANIECKI 1972, 232-233; MITCHELL 1, 240-241; MEIER 1980; HABICHT 50; 52-53; FUHRMANN 102; MITCHELL 2, 67; SPIELVOGEL 1997, 62; MARINONE a. 63 A.

 

 

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